lunedì 31 dicembre 2012

Incontriamoci al Bar a New York

I cocktail che abbiamo scelto per voi, fanno parte dei menù classici che vengono ancora oggi serviti nei bar di due famosi hotel di New York. L’Hotel Algonquin e l’Hotel Carlyle, che sorgono in due edifici in stile, dei primi del ‘900 a Manhattan.
Più simili a dei club inglesi, che non a dei bar, venivano descritti da un viaggiatore dell’epoca come “veri avamposti di civiltà e di raffinatezza”, perché erano luoghi accoglienti, dall’arredamento curato, dove i barman, veri campioni della miscelazione, erano anche abili conversatori, capaci di introdurre con discrezione l’ospite di passaggio, nella cerchia degli habitué che avevano i suoi stessi interessi. 
E il viaggiatore che approdava in quell’hotel, sapeva che venire accettato in quel bar significava non solo evitare di bere in solitudine, ma anche entrare a far parte di un circolo, di una piccola realtà sociale composta di “prosperi forestieri”, ma anche di un’elite cittadina aperta e vivace, dove poteva fare conoscenze, trovare eventuali clienti e appoggi per futuri affari. 
Quei bar sono ancora oggi  luoghi pieni di atmosfera e di fascino, soprattutto per chi ama il mondo dei cocktail, perciò se andate a New York non mancate di  visitarli. Ma intanto eccovi due ricette classiche e interessanti a base di champagne. 

Se entrate all’Hotel Algonquin chiedete un:   

Matilda
2 once Vodka profumata al mandarino
1 goccia di Triple Sec
1 arancia spremuta
1/2 oncia di Champagne
Scorzetta d’arancia

Nello Shaker versate la Vodka, il Triple Sec e il succo d’arancia, aggiungete abbondante ghiaccio spezzettato. Shakerare bene, aggiungere lo champagne e filtrare in una coppetta da cocktail. Guarnire con una sottile buccia d’arancia.

(Nel menù anche il Matilda 21 : Vodka al mandarino, Cointreau, succo di limone fresco e succo d’arancia e  Korbel Brut)
La ricetta di questo drink, prevede: Vodka Absolut e Champagne Moet&Chandon, oppure al posto di quest’ultimo, un Korbel Brut della California (o uno spumante italiano, suggeriamo noi), entrambe le soluzioni sono preparate da sempre nel piccolo e lussuoso hotel “The Algonquin”  famoso per essere stato per anni il punto d’incontro dell’elite letteraria Newyorkese, tanto che il suo ristorante venne chiamato la “Tavola Rotonda”, ed è stato la culla della rivista “The New Yorker”. 
Costruito nel 1902, a metà strada tra Times Square e la Stazione di Grand Central (più volte immortalata dal cinema), l’Hotel Algonquin, tra la Quinta e la Sesta Avenue, 59 West 44° Street, si trovava al centro di una delle zone più alla moda della città, vicino ai due ristoranti più famosi dell’epoca: Sherry’s e Delmonico’s, quest’ultimo amatissimo dagli attori del cinema e del teatro. Douglas Fairbanks e John Barrymore, come testimonia la prestigiosa collezione di autografi, erano ospiti abituali dell’Hotel, così come Smone de Beauvoir e Gertrude Stein, oltre a Sinclair Lewis e William Faulkner che, proprio all’Algonquin nel 1950, tenne il suo discorso di accettazione del Premio Nobel.  
All’interno dell’hotel c’è una sfilza di servizi da paralizzare gli indecisi, perchè l’Algonquin, malgrado i fasti e la grandeur del passato è un hotel moderno che ha mantenuto intatti i riti e le buone abitudini dell’epoca che fu così,  da mezzogiorno alle quattro del pomeriggio tè, cocktail e piccoli snack, vengono serviti anche nei salotti della Lobby, dove un campanello d’ottone su ogni tavolino, garantisce la piena attenzione del cameriere. Dopo c’è il Blue Bar, tutto boiserie e cuoio, con i bozzetti di Al Hirschfeld alle pareti, luogo perfetto per “scambiarsi idee e cocktail” e basta dare un’occhiata al menù per rendersene conto.   

Invece al Bemelmans Bar dell’Hotel Carlyle, vera pietra miliare di Manhattan dovreste chiedere :

The Old Cuban
(uno Champagne Mojito)

6 foglioline di menta
1 oncia di simple syrup (sciroppo di zucchero)
3/4 di oncia di succo di lime (fresco)
1 spruzzatina di Angostura Bitters
1 oncia e 1/2 di rum di qualità invecchiato
(di preferenza Bacardi 8 anni)
Champagne
Tre quarti di baccello di Vaniglia

In uno Shaker mettere le foglie di menta, lo sciroppo di zucchero, il succo di Lime, e l’Angostura Bitters. Aggiungere il rum e ghiaccio spezzettato in abbondanza. Shakerare bene e filtrare in un tumbler basso ghiacciato. Finire con lo Champagne e guarnire con tre quarti di baccello di vaniglia (uno intero sarebbe troppo lungo). 
Originale e perfetto per gli strenui amanti del Mojito a tutte le latitudini, più che per una serata in “tete à tete”, questo drink è una delle ricette di punta del Bemelmans Bar, dell’Hotel Carlyle di New York, situato in Madison Avenue all’angolo con la 76° Street. Nato attorno al 1930, su un grattacielo Art Decò dal tetto dorato, la cui torre si dice sia ispirata a quella londinese dell’Abbazia di Westminster, il Carlyle, fu il primo Hotel ad offrire anche lussuosi appartamenti per lunghi soggiorni, ed era il preferito di attori famosi, politici, produttori, e miliardari, tanto che per anni è stato gestito come un club privato, dove era inutile, per i semplici mortali, provare a chiedere una camera senza una prestigiosa presentazione. 
Il Bemelmans, il bar del Carlyle, è ancora arredato in stile Art Decò, con il soffitto ricoperto da una foglia d’oro. Deve il suo nome a Ludwig Bemelmans, l’artista (di origini austriache) che lo decorò nel 1947, con eleganti e divertenti affreschi che ritraevano scene e personaggi del vicino Central Park. Bemelmans era un noto pittore e illustratore, ma anche un apprezzato scrittore, i cui lavori apparivano regolarmente su riviste importanti come “The New Yorker”, “Vogue” e “Town and Country”,  ma è rimasto famoso soprattutto per una serie di libri per bambini dal titolo “Madeline” ancora molto amati. Si dice che Ludwig Bemelmans, affascinato dall’atmosfera che si respirava al Carlyle piuttosto che venire pagato, abbia scelto diciotto mesi di ospitalità per sé e la sua famiglia, in una lussuosa ala dell’Hotel. 
Perciò se vi trovate a New York organizzatevi e regalatevi un pomeriggio, o una serata al bar del Carlyle, ma prima, studiatevi bene il menù che trovate on line (per evitare di dover accorciare il vostro soggiorno), e ricordate che dopo le 21.30, quando inizia a suonare il jazz trio, viene applicato un elevato sovrapprezzo alla consumazione, sia al tavolo che al bancone.     

E a tutti coloro che ci seguono e che come noi amano il mondo dei cocktail e apprezzano le storie che raccontiamo sui drink, i paesi da cui provengono, i barman che li hanno creati, i bar, spesso mitici, dove si possono gustare e dove li portiamo con i nostri itinerari  Auguriamo una lieta serata di Capodanno e Magnifico  2013!

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